La missione egiziana diretta da Hesham Hussein, direttore generale delle antichità del Sinai, ha individuato i resti di almeno tre fortezze nel sito di Tell Abu Seifa, nel nord della penisola. In realtà, di due fortificazioni si conosceva già l’esistenza, ma è stata scavata la parte orientale, rivelando gli ingressi, alloggi per i soldati e altre strutture fondamentali per la protezione del Sinai.
Di fronte alla porta est della prima fortezza, risalente all’epoca tolemaica, è stata scoperta un’enorme trincea difensiva profonda più di due metri. Della seconda, di epoca romana, è emersa una strada pavimentata con lastre di calcare, larga 11 metri e lunga oltre 100, che copre a sua volta una precedente via lastricata tolemaica. A questa fase più antica risalgono le circa 500 fosse, riempite di terreno più fertile, che fiancheggiano l’asse viario e che probabilmente alloggiavano alberi.

Le tracce di una possibile terza fortezza, ancora più antica, consistono in un’altra trincea, quattro strutture angolari ed edifici in mattoni per i soldati. Con la fine dell’epoca romana, il sito perse il suo ruolo difensivo per e si trasformò in un centro industriale. Per questo non si trovano blocchi in pietra, reimpiegati nelle quattro fornaci per la produzione di calce viva.

Il sistema in origine faceva parte della cosiddetta “Via di Horus” (consiglio l’articolo di Alberto Pollastrini per approfondire), linea difensiva del nord del Sinai e dei confini dell’Egitto a est del Delta.
